IL TERRITORIO

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO A.T.C. TO 1  ZONA EPOREDIESE

La zona in esame, detta di pianura, si estende su un ampio areale dove é possibile identificare diversi ecosistemi. Tale distinzione viene fatta in base alle diverse caratteristiche morfologiche (idrologiche, altimetriche, climatiche ecc.), e agro-forestali. 

Il territorio in esame può essere racchiuso in un triangolo il cui vertice è rappresentato dall’affluenza del fiume Dora Baltea nel fiume Po, la base dal confine con il comprensorio alpino C.A. TO. 5 ed i lati dal confine con la Provincia di Vercelli e dall’asta del fiume Orco (Fig. 1)


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VEGETAZIONE NATURALE POTENZIALE

L’areale in cui si estende l’A.T.C. TO1 è definito piano basale.  

In esso è  possibile  riscontrare almeno quattro tipi di Climax 

  1. Climax della Farnia, del Carpino bianco e del Frassino, su suoli alluvionali recenti di pianura, a tessitura da sabbiosa ad equilibrata ben drenati talora moderatamente idromorfi per la presenza di falde fluttuanti, e su suoli alluvionali antichi dei terrazzi fluvio-glaciali, limoso-argillosi con idromorfia stagionale per drenaggio rallentato. Alternanza al Climax della Rovere sulle colline Moreniche. Nei gretti troviamo vegetazione durevole a Salici e, talvolta, Pioppo bianco e nero.  

  2. Vegetazione azonale ad Ontano nero, su suoli idromorfi, in aree un tempo palustri e/o lacustri.

  3. Climax della Rovere su suoli acidi dei rilievi morenici, della fascia pedemontana e, più isolatamente, dei terrazzi fluvio-glaciali.

  4. Aree del Climax precedente con scarsa potenzialità per la Roverella in esposizioni calde e a bassa quota della fascia pedemontana, in particolare su suoli morenici.

 

QUALITA’ FAUNISTICHE DEL TERRITORIO

La qualità faunistica di un territorio è il risultato di elementi diversi; il suo valore dipende dal regime di gestione che s’intende attuare; in maniera semplificata è possibile distinguere una qualità faunistica, legata unicamente alla capacità portante per le diverse specie di animali selvatici, e una qualità cinegetica che include la prima, ma tiene conto delle possibilità di sfruttamento di determinate specie del territorio.

Questi due aspetti sono perfettamente assimilabili l’uno all’altro.

E’ dunque facile comprendere che un territorio ospiterà una fauna tanto più ricca e diversificata quanto più esso stesso sarà caratterizzato da un’elevata diversità ambientale. Quest’ultima è data non solo dal numero e dalla ripartizione spaziale delle diverse colture e degli elementi fissi del paesaggio rurale, ma anche dalla struttura di ciascun elemento fisionomico ambientale.

Lo studio del territorio dell’A.T.C. TO1 ha evidenziato una discreta varietà  di terreni; 

  • alta pianura, di origine antica, costituita da terreni fertili

  • media pianura, terrazzata da corsi d’acqua dove si trovano terreni sabbiosi fluviali 

  • collina, caratterizzata da diverse unità litologiche.

Dalla cartografia delle “capacità d’uso dei suoli” sono emerse le seguenti classi:

  1. Suoli privi o quasi di limitazioni, adatti per un’ampia scelta di colture agrarie, (erbacee ed arboree ). Sono suoli molto fertili, da piani a lievemente ondulati, senza pericoli di erosione, profondi, generalmente ben drenati e facilmente lavorabili. Sono in genere ben provvisti di sostanze nutritive o comunque notevolmente rispondenti alle fertilizzazioni. Non sono soggetti ad inondazioni dannose se non eccezionalmente, sono terreni molto produttivi e adatti a una coltivazione intensiva. localmente possono richiedere interventi di drenaggio, il clima è inoltre idoneo a molti tipi di colture.
  2. Suoli con alcune moderate limitazioni che riducono la produzione delle colture e possono richiedere pratiche colturali per migliorare le proprietà del suolo. Possono essere utilizzati per colture agrarie, erbacee ed arboree. Sono suoli fertili da piani a ondulati, da profondi a poco profondi, interessati da limitazioni singole o combinate quali: moderata pregressa erosione, profondità non eccessiva, struttura e lavorabilità meno favorevoli, scarsa capacità di trattenere l’umidità, ristagno solo in parte modificabile con drenaggi, periodiche inondazioni dannose. Clima idoneo per molti tipi di colture.
  3. Suoli con alcune limitazioni che riducono la scelta e la produzione delle colture. Le pratiche colturali devono essere più accurate che nella classe precedente. Questi suoli possono essere usati per colture agrarie, pascolo, arboricoltura da legno e bosco. Sono suoli mediamente fertili, da lievemente ondulati a moderatamente acclivi, da profondi a superficiali, soggetti a scarsi pericoli di erosione, interessati da medi e forti effetti di erosione pregressa. Le limitazioni restringono il periodo utile per l’aratura, la semina e la raccolta dei prodotti. Essi possono presentare: umidità eccessiva anche se drenati, scarsa profondità che limitano il radicamento e stagionalmente provocano ristagno d’acqua, mediocre fertilità difficilmente modificabile. Il clima risulta idoneo per la coltivazione di un minor numero di essenze.
  4. Suoli con molte limitazioni che restringono la scelta delle colture e richiedono accorate pratiche agronomiche. Se coltivati, questi terreni necessitano di una più accurata gestione e le pratiche di conservazione sono più difficili da applicare e mantenere. Possono essere usati per colture agrarie ma soprattutto per  pascolo e bosco. Sono suoli anche fertili ma posti generalmente su pendici con medie acclività. L’utilizzazione per le colture è limitata a causa degli effetti di una o più caratteristiche permanenti quali: pendenza, forte suscettibilità all’erosione idrica e agli smottamenti, forti effetti delle erosioni pregresse, superficialità di suolo, bassa capacità di ritenuta idrica, umidità eccessiva anche dopo interventi di drenaggio, clima moderatamente sfavorevole per molte colture agrarie. Particolari trattamenti e pratiche colturali sono richiesti per evitare l’erosione del suolo, per conservarne l’umidità e mantenervene la produttività.
  5. Suoli con forti limitazioni che ne restringono l’uso, salvo casi particolari, al solo pascolo e bosco. Le limitazione sono dovute ad una frequente inondabilità, ad una pietrosità eccessiva o a condizioni climatiche che ostacolano la normale produzione agricola. Le superfici interessate sono per lo più pianeggianti poste generalmente lungo le principali aste fluviali o in zone depresse, dove i periodici affioramenti delle acque per risalita della falda freatica sconsigliano interventi di drenaggio. 

L’analisi delle capacità d’uso dei suoli fa sì che nel territorio di competenza dell’A.T.C. TO1 le tipologie vegetazionali siano così ripartite (Fig. 2):